08/02/15
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Non arrivano più gli uccelli migratori
Cieli vuoti a Londra, molte specie a rischio estinzione 22/4/2008 - GIORNATA DELLA TERRA









VITTORIO SABADIN

CORRISPONDENTE DA LONDRA
Sarà forse perché la primavera tarda ad arrivare. Sarà perché Londra è ancora spazzata ogni giorno da venti gelidi che arrivano dal Nord, ma chi passeggia o corre la mattina nei suoi grandi parchi sente che manca qualcosa.

A Green Park, di fianco a Buckingham Palace, negli idilliaci Kensington Gardens o a Regent’s Park non si ode più il canto di un uccello. Mancano i cuculi, che di solito annunciano la fine dell’inverno, non c’è un solo beccamosche, il migratore da giardino più amato, rarissime le tortore e persino i beccafichi, famosi per il loro canto. Qualcosa di terribile e mai visto prima, dicono gli scienziati, sta accadendo agli uccelli migratori e nessuno sa spiegarsene la ragione.

In questo periodo dell’anno, circa 16 milioni di uccelli di 50 specie diverse arrivavano in Gran Bretagna dai loro quartieri invernali in Africa. Era solo una piccola parte dei cinque miliardi di volatili che giungono ogni primavera in Europa. Alcuni di questi uccelli canterini pesano solo pochi grammi. Immaginate un batuffolo di piume grande come una barretta di cioccolato, con due ali della grandezza di una carta di credito, volare dall’Africa del Sud attraversando il deserto del Sahara, il Mediterraneo, l’intera Europa e il Canale della Manica per atterrare finalmente su un albero di Hyde Park dove passare l’estate preparando il nido, nutrendosi di larve e briciole dei pic-nic. Queste migrazioni erano una meraviglia della natura, un viaggio epico che ora si è interrotto da qualche parte e minaccia la stessa sopravvivenza di molte specie che venivano nell'emisfero occidentale per accoppiarsi e riprodursi.

I dati diffusi per la prima volta dalla «Royal Society for the Protection of Birds» sono davvero allarmanti. Delle 36 specie migratorie africane che arrivavano in gran Bretagna in primavera, e delle quali esistono censimenti dal 1967, 21 si sono ridotte in modo significativo, soprattutto negli ultimi anni. Alcune, come il l’averla, non si vedono più. Altre come la tortora e il beccamosche, hanno ridotto il loro numero in percentuali superiori all’80 per cento e sono sulla via dell’estinzione, mentre è sparito un cuculo su tre. «Con questi tassi di declino - ha commentato Will Cresswell, dell'università di St Andrews - non ci vorrà molto perché la linea del grafico arrivi allo zero».

Il fenomeno non è confinato alla sola Inghilterra. In tutta Europa, dalla Spagna alla Finlandia, il numero di migratori sta declinando e il 72 per cento delle specie conosciute si è drasticamente ridotto. L’usignolo, l’uccello che Giulietta e Romeo ascoltano all’alba nella commedia di Shakespeare, è diventato ormai introvabile ovunque, ma in Gran Bretagna è così raro che non viene nemmeno più classificato tra le specie da monitorare. Il prossimo mese, scienziati di tutta Europa si incontreranno all’osservatorio ornitologico di Radolfzell sul lago di Costanza per cercare di capire che cosa sta succedendo. Alcuni pensano che la scomparsa dei migratori dipenda dalla distruzione del loro habitat in Africa dovuto ai mutamenti climatici, altri danno la colpa alle coltivazioni intensive, all’utilizzo dei pestici, a variazioni nel campo magnetico terrestre che li disorientano durante il volo.

Forse nessuna di queste spiegazioni è convincente e può darsi che lo siano tutte assieme. La verità è che non abbiamo la minima idea, con tutta la nostra intelligenza e le nostre conoscenze scientifiche, del perché in tutto il mondo stiano accadendo cose strane come la scomparsa non solo degli uccelli, ma anche delle api.

Non sappiamo nemmeno con certezza se stiamo andando verso un periodo di riscaldamento globale (come sostiene metà degli scienziati) o verso una nuova glaciazione (come ormai sostiene l’altra metà), ma quello che è certo è che per la prima volta nella storia l'uomo vede il mondo cambiare con rapidità intorno a sé e il silenzio dei giardini è solo un altro di tanti sintomi che ci allarmano. Nella conclusione del servizio dedicato al rapporto della Royal Society, l’«Independent» invitava chi andrà a fare una gita nei boschi nel prossimo week end ad ascoltare gli uccelli, per pochi che siano. E concludeva: probabilmente abbiamo davanti a noi meno tempo per gioire del loro canto di quanto pensiamo.

vittorio.sabadin@lastampa.it

LA MOBILITAZIONE
Oggi
In tutto il mondo la Giornata della Terra edizione. Da New York a Tokyo, da Mosca a Barcellona, e anche a Roma, 24 ore di mobilitazione per fermare i cambiamenti climatici.



La storia
Quasi quattromila eventi in 174 paesi. A tenere le fila l’Earth Day Network, la rete fondata 40 anni fa da Gaylord Nelson, senatore democratico del Wisconsin organizzatore del primo appuntamento il 22 aprile del 1970.



Telefonate per il clima
Quest’anno l’iniziativa comune in tutto il mondo è «The Call for Climate»: una telefonata ai politici per chiedere leggi rigorose per il clima.


http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/ambiente/grubrica.asp?ID_blog=51&ID_articolo=663&ID_sezione=76&sezione=Ambiente



 




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